Stitichezza e squilibrio del microbiota intestinale: un circolo vizioso?
Quando il microbiota entra in disbiosi
Analizzato da diversi anni con attenzione dagli scienziati per il suo impatto sulla salute generale e su molte patologie, il microbiota intestinale è un organo fondamentale per l’organismo.
Composto da miliardi di batteri, unico e specifico per ogni individuo (come le impronte digitali), il microbiota si forma molto presto nello sviluppo, fin dai primi mesi dopo la nascita, al fine di raggiungere un equilibrio simbiotico (1).
I problemi sorgono quando questo equilibrio della flora intestinale è compromesso, ossia quando alcuni batteri vengono a mancare o, al contrario, altri proliferano. Si parla quindi di disbiosi se le alterazioni del microbiota sono responsabili di malattie digestive ed extra digestive.
Definizione di stitichezza
La stitichezza, d’altra parte, è un disturbo gastrointestinale caratterizzato da difficoltà a evacuare le feci, feci meno frequenti o una sensazione di evacuazione incompleta. Può essere dovuto a mancanza di fibre, acqua, attività fisica, ecc.
È spesso associata a un aumento della produzione di gas o a una sensazione di gonfiore, in particolare causato da una maggiore fermentazione batterica.
Per essere definita cronica, la stitichezza di solito deve durare diversi mesi.
Disbiosi e stitichezza cronica potrebbero influenzarsi a vicenda
Non a caso, gli studi hanno dimostrato che le persone che soffrono di stitichezza cronica presentano spesso una disbiosi, ossia un microbiota intestinale alterato (2). Tuttavia è difficile sapere quale dei due sia all’origine dell’altro!
Le attuali conoscenze scientifiche suggeriscono che i due fenomeni si influenzano reciprocamente, creando un ciclo in cui:
- la disbiosi aggrava la stitichezza (lo squilibrio del microbiota influisce sulla motilità intestinale o sull’assorbimento dei nutrienti);
- e la stitichezza aggrava la disbiosi (la stitichezza rallenta il transito intestinale, che può alterare l’ambiente intestinale e la composizione del suo microbiota).
Probiotici e microbiota
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il termine probiotici definisce degli integratori alimentari composti da “microrganismi vivi che conferiscono un beneficio per la salute se assunti in quantità adeguate” (3).
Infatti, i probiotici sono costituiti dagli stessi batteri presenti nel microbiota. Sono utilizzati per contribuire all’equilibrio del microbiota intestinale (4).
È per questo motivo che molti studi mirano a valutare l’efficacia dei probiotici, e in particolare di alcuni ceppi, nel trattamento della stitichezza cronica.
Quali probiotici contro stitichezza e gonfiore?
Forte interesse per Bifidobacterium longum
Una meta-analisi del 2017, condotta su nove studi randomizzati controllati con placebo, suggerisce che la somministrazione di probiotici allevia significativamente la stitichezza e il gonfiore negli anziani (per il 10-40% dei casi rispetto ai controlli placebo in cui non è stato somministrato alcun probiotico).
La specie batterica più comunemente testata era Bifidobacterium longum (che si trova come integratore unico con Bifidobacterium longum ma anche in sinergia con altri batteri nella formula probiotica Colon Friendly) (5).
I potenziali benefici del Bifidobacterium lactis contro la stitichezza
Un’altra meta-analisi del 2010, che ha coinvolto cinque studi randomizzati controllati con placebo e quasi 400 pazienti, evidenzia altre specie di probiotici (6):
- per la stitichezza negli adulti, i dati suggeriscono l’effetto favorevole di una cura con Bifidobacterium lactis, Lactobacillus casei Shirota ed Escherichia coli Nissle 1917 sulla frequenza delle defecazioni e sulla consistenza delle feci. Puoi trovare Bifidobacterium lactis in sinergia con altre specie di batteri “buoni” in alcune formule probiotiche (ad esempio Probio Forte);
- per la stitichezza nei bambini, Casei rhamnosus ha mostrato un effetto benefico.
Alcune precisazioni sullo studio dei probiotici “anti-stitichezza”
Tuttavia, è necessario prestare attenzione all’interpretazione di queste relazioni a causa dell’eterogeneità degli studi, delle popolazioni e del rischio di pregiudizi. Pertanto, tutti i ricercatori sostengono che sono necessari ulteriori studi controllati con placebo per determinare i ceppi, le dosi e la durata ottimale dell’assunzione. In definitiva, la maggior parte degli studi concorda tuttavia sui potenziali benefici dei probiotici contro la stitichezza.
I probiotici contro il colon irritabile, che può essere soggetto a stitichezza e diarrea
Promemoria sulla sindrome dell’intestino irritabile (SII)
Citiamo anche la sindrome dell’intestino o del colon irritabile, che può causare stitichezza, diarrea o una combinazione di questi due disturbi digestivi. La sindrome (che sembra diventare più prevalente nel tempo, soprattutto nel mondo occidentale) interessa fortemente la medicina da diversi anni.
Un vantaggio per i probiotici multiceppo
Una meta-analisi del 2015, che ha coinvolto 15 test clinici e quasi 1.800 pazienti, suggerisce degli effetti benefici dei probiotici su questa patologia. Lo studio conclude, infatti, che i probiotici riducono il dolore e la gravità dei sintomi della sindrome dell’intestino irritabile, rispetto a un placebo (7).
Un’altra meta-analisi conclude che sono in particolare i probiotici multiceppo ad alta concentrazione (come Full Spectrum Probiotic Formula, che contiene 20 ceppi ultra-dosati a 36 miliardi di CFU al giorno) che, modulando il microbiota intestinale, potrebbero essere efficaci in caso di SII (8).
Lievito Saccharomyces boulardii e SII
Una meta-analisi del 2010, condotta su 31 studi randomizzati controllati con placebo e più di 5.000 pazienti, stima che il lievito Saccharomyces boulardii presenti una potenziale efficacia terapeutica nella prevenzione della diarrea indotta da antibiotici, ma anche un forte potenziale per il trattamento della SII in generale (e quindi dei sintomi associati, tra cui la stitichezza) (9).
Questo probiotico è disponibile anche sotto forma di integratore alimentare (cfr. Saccharomyces Boulardii).
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