Infezione delle vie urinarie e cistite: un disturbo prevalentemente femminile
Le cause della cistite
La cistite è un’infiammazione della vescica generalmente causata da un’infezione batterica. Il batterio più di frequente responsabile di questa condizione è l’Escherichia Coli, naturalmente presente nel sistema digestivo, in particolare a livello del retto e del colon.
La cistite si verifica quando i batteri dell’Escherichia Coli naturalmente presenti nel colon e nel retto migrano verso i genitali e risalgono l’uretra per aggredire le pareti della vescica e colonizzare l’ambiente, causando l’infezione urinaria (1).
Infezione urinaria: sintomi
L’infezione urinaria si manifesta quindi con vari sintomi particolarmente fastidiosi (2):
- bruciore e dolore durante la minzione;
- sensazione di pesantezza o dolore al basso ventre;
- bisogno urgente di urinare associato a scarsa minzione;
- urina torbida e/o di odore sgradevole o con tracce di sangue.
Generalmente non gravi, le infezioni urinarie possono tuttavia causare complicazioni, soprattutto a livello renale, quando i batteri patogeni risalgono lungo l’uretere per colonizzare i reni: in questi casi si parla di pielonefrite.
Perché la cistite colpisce soprattutto le donne?
Le donne hanno un’uretra più corta rispetto agli uomini, il che facilita la migrazione anomala di batteri nella vescica attraverso questo canale.
Inoltre, la vicinanza tra l’ano e la vagina favorisce la colonizzazione batterica: i batteri migrano attraverso il film idrolipidico situato tra l’ano e la vagina e contaminano l’uretra.
Durante la gravidanza, ma anche a causa della menopausa, i cambiamenti ormonali a cui le donne sono soggette possono altresì favorire la ritenzione urinaria (di conseguenza una minzione incompleta), che a sua volta facilita lo sviluppo di batteri patogeni nella vescica (poiché questi ultimi vengono normalmente evacuati durante la minzione) (3-4).
Infine, durante i rapporti sessuali, l’orifizio dell’uretra è particolarmente esposto agli agenti patogeni e può quindi essere contaminato, favorendo così la comparsa di infezioni urinarie.
Trattamento delle infezioni urinarie
Antibiotici
Nell’infezione urinaria causata da un’infezione batterica da Escherichia Coli, l’unico trattamento raccomandato dalle autorità sanitarie è una terapia antibiotica, spesso monodose, che permette la scomparsa dei sintomi della cistite in pochi giorni (5).
L’idratazione prima di tutto
Si raccomanda inoltre di idratarsi adeguatamente: bere molto aiuta a urinare spesso, il che permette di eliminare i batteri patogeni dalla vescica.
Seguendo questa logica, alcuni medici possono raccomandare di consumare piante diuretiche per aumentare il volume delle urine (tarassaco, equiseto, bardana, ecc.).
Mirtillo, echinacea e anice verde: un uso tradizionale
Il mirtillo (noto anche con il nome inglese di “cranberry”) è una piccola bacca acida, star della cucina nordamericana, che cresce nelle torbiere e che negli ultimi anni ha conosciuto un notevole successo. Ricco di antiossidanti e vitamina C, è spesso considerato un superfood.
Ma soprattutto, il mirtillo è noto per prevenire la comparsa della cistite, innanzitutto in virtù della sua ricchezza di proantocianidine, dei polifenoli che impedirebbero all’E.Coli di aggredire le pareti della vescica. Questa proprietà, tuttavia, non è attualmente convalidata dall’EFSA (6).
Inoltre, l’OMS riconosce l’uso tradizionale di certe altre piante per alleviare o prevenire le infezioni urinarie, specialmente echinacea e anice verde per le loro proprietà immunostimolanti o antibatteriche. Esistono anche altri rimedi naturali anti-cistite, o più in generale ottimi prodotti naturali per il comfort urinario (come la formula sinergica Complete Uricare).
I probiotici contro le infezioni urinarie?
Che cosa pensare, quindi, della capacità dei probiotici di agire contro le infezioni urinarie?
Per cominciare, alcuni studi tendono a dimostrare l’esistenza di una flora urinaria (7) (quindi un microbiota presente nella vescica), mentre l’esistenza del microbiota vaginale (chiamato anche flora vaginale), nel frattempo, è già stata ampiamente dimostrata.
Alcuni ceppi di lattobacilli dimostrano quindi dei risultati incoraggianti in materia di prevenzione delle infezioni urinarie, in particolare il Lactobacillus rhamnosus GR-1 e il Lactobacillus reuteri RC-14, indipendentemente dal fatto che i probiotici siano somministrati per via orale o intravaginale (8). Un ceppo appartenente a questa prima specie di microrganismi è d’altronde presente nella formula sinergica Vaginal Health, dedicata all’equilibrio della flora vaginale.
Diversi studi condotti sul Lactobacillus crispatus evidenziano, inoltre, che la sua assunzione come supposta vaginale è associata a una riduzione delle infezioni urinarie ricorrenti nelle donne in premenopausa (9-10).
Tuttavia, è necessario attendere i risultati di studi più ampi per avere un’idea chiara degli effetti dei probiotici sulla vescica. Vi è anche un altro importante motivo per usare i probiotici in caso di infezione delle vie urinarie...
Probiotici: per il microbiota intestinale dopo un’infezione urinaria
Le persone che sono soggette a cistite di solito incorrono in diversi episodi durante l’anno, pertanto possono essere sottoposte a diversi trattamenti antibiotici. È stato tuttavia dimostrato che i trattamenti antibiotici possono nuocere fortemente al microbiota intestinale (11).
In questo contesto, i probiotici permettono di contribuire a mantenere un microbiota intestinale normale durante e soprattutto dopo un trattamento antibiotico per combattere la cistite (12): pensiamo ai probiotici Probio Forte o Full Spectrum Probiotic Formula (che contiene, tra l’altro, i microrganismi della specie Lactobacillus crispatus).
Prendersi cura della vulva e della vagina: alcuni consigli
Oltre ai trattamenti curativi, alcuni gesti aiutano a prevenire la comparsa di infezioni alle vie urinarie. Si tratta principalmente di azioni correlate alla buona salute della vulva e della vagina.
Igiene intima in 6 punti chiave!
- Si consiglia di praticare un bagno intimo almeno una volta al giorno,a ma non più di due volte al giorno: un lavaggio troppo intenso della vulva può produrre una secchezza che favorisce le infezioni.
- Si consiglia, inoltre, di utilizzare a tale scopo un prodotto adatto, delicato, ma non il sapone di Marsiglia (troppo aggressivo) né alcun altro prodotto “esotico”.
- La vagina è “autopulente”, proprio grazie alla sua flora, non bisogna quindi in nessun caso dirigere il getto della doccia verso l’interno della vagina, per non “lavare” la flora vaginale.
- Al fine di eliminare eventuali agenti patogeni dall’uretra, si raccomanda di urinare dopo un atto sessuale.
- Dopo essere andati in bagno, è infine necessario lavarsi in senso antero-posteriore (da davanti a dietro) per evitare che i batteri risalgano dalla zona anale nella vulva.
- Non bisogna assolutamente mai praticare la penetrazione vaginale DOPO una penetrazione anale, senza una pulizia preliminare dell’oggetto introdotto per non contaminare inevitabilmente l’uretra e la vagina con batteri patogeni.
Poiché la flora vaginale è inoltre composta soprattutto da Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus salivarus, Lactobacillus casei, Lactobacillus acidophilus e Bifidobacterium lactis, molte donne effettuano regolarmente delle cure con formule probiotiche che integrano questi microrganismi (come Vaginal Health) per prendersi cura del microbiota vaginale (13).
IL CONSIGLIO SUPERSMART
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