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Medicina greco-romana dell’antichità

Medicina antica: come si curavano i greci e i romani?

La medicina antica all’avanguardia ha posto le basi della nostra medicina attuale. Torniamo indietro nel tempo per scoprire i rimedi e le operazioni dell’epoca.

2023-01-03

La medicina nell’antica Grecia e nell’antica Roma

Per molto tempo, la medicina ha mantenuto una certa dimensione mistica. La malattia era considerata come l’espressione di una collera divina da eliminare ad ogni costo e i trattamenti si basavano dunque essenzialmente su incantesimi, abluzioni, purificazioni o offerte, allora mediate da sacerdoti guaritori in santuari dedicati (come quello di Esculapio o Asclepio, dio della medicina, a Epidauro).

In Grecia, il primo ad abbandonare qualsiasi considerazione religiosa nell’esercizio della medicina è Ippocrate (460 a.C. - 377 a.C.), a cui è dedicato il giuramento deontologico che i giovani praticanti occidentali prestano ancora adesso (1).

Il sapere medico, fino ad allora mai inquadrato in alcun insegnamento, verso il 285 a.C. si concentra nella biblioteca di Alessandria, che raccoglie i più importanti trattati di medicina del Mediterraneo orientale e si trasforma in un importante centro di ricerca attorno a cui ruotano figure eminenti come Erofilo, Celso o Dioscoride.

Seppure diversa, la medicina romana attinge originariamente alla medicina ellenica laddove si imploravano le divinità per affrontare le epidemie. È praticata nei templi, ma anche in studi privati (iatreion) o da medici itineranti. Alcuni praticanti vantano anche delle specialità, come la cura dei gladiatori feriti in combattimento. Parallelamente, nascono delle corporazioni simili a cliniche (schola) e degli ospedali militari (valetudinaria).

De materia medica di Dioscoride: l’uso ancestrale delle piante medicinali

Nato intorno al 25 a.C., Dioscoride è oggi considerato il padre della farmacologia. Nella sua opera De materia medica, utilizzata fino al XVI secolo dai farmacologi (droghieri), elenca più di 800 sostanze essenzialmente vegetali (2).

Basandosi sulla sua triplice esperienza di medico, farmacologo e botanico, procede alla meticolosa classificazione dei “semplici” (antico nome delle piante medicinali) elencandone i nomi, le specie, le aree geografiche, le parti impiegate, i preparati e le vie di somministrazione. Le indicazioni terapeutiche e i dosaggi sono estremamente dettagliati (3).

Piante, frutti e fiori sono così preparati in molte forme: le famose tisane (infusi, decotti...), ma anche bagni e clisteri, polveri, paste o medicazioni.

All’epoca, ad esempio, la camomilla, la ruta e lo zafferano fungono da regolatori del ciclo femminile (4-5). L’olio di ricino è usato come lassativo (6), il finocchio è apprezzato per le virtù diuretiche (7), mentre la melagrana è utilizzata per eradicare la tenia (8). Consumato in modo diffuso come spezia dai greci e dai romani, lo zenzero è ampiamente utilizzato per le sue proprietà digestive (9).

E la corteccia di salice viene già considerata come un’aspirina naturale per il suo effettivo contenuto di acido salicilico (10).

Il ruolo degli animali e dei minerali nella medicina antica

Nell’antichità, gli animali intervengono in due modi nel processo di guarigione: “assorbendo” il male della persona malata (come i capri espiatori religiosi) o rilasciando sostanze a scopo terapeutico.

Se il burro, i prodotti dell’alveare (come il miele e la pappa reale) o il latte sono citati frequentemente, nella letteratura vengono evocati rimedi molto più insoliti – che appartengono certamente più alla magia che alla scienza – come le ragnatele o gli escrementi di lepre e di pecora (11). In questo assortimento più o meno fantasioso, solo il castoreo (secrezioni del castoro) avrebbe dato davvero dei buoni risultati: gli antichi lo vogliono per trattare l’epilessia, la febbre, il mal di testa o i dolori uterini.

Per quanto riguarda i minerali, i sali di ferro sono descritti da Dioscoride come potenti emostatici in grado di arginare il sanguinamento delle ferite (12). Una scoperta certamente antica, se si considera l’immagine di Achille raffigurata su diversi vasi greci in cui l’eroe viene ritratto mentre strofina la ruggine della sua lancia sulla ferita di Telefo.

I sali di mercurio, rame, piombo o zolfo trovano inoltre molte applicazioni in oftalmologia. Associati a vari estratti vegetali, come le foglie di bosso, la celidonia o il rosmarino, sono ingredienti per la preparazione di cataplasmi da applicare o diluire per trattare secrezioni, ustioni o suppurazioni oculari (13-14).

Fondamenti di micologia

Poco studiati prima del XVII secolo, i funghi compaiono brevemente negli scritti di Plinio e Dioscoride. In De materia medica, un lungo paragrafo è dedicato all’agarikon, detto anche poliporo del larice.

Definito un elisir di lunga vita, questo micete derivato dalla decomposizione del legno è definito “astringente” e “riscaldante” (15-16). Vanterebbe pertanto, secondo l’autore, una notevole efficacia «contro tutte le affezioni interne se fosse somministrato tenendo conto dell’effetto e dell’età, l’uno con acqua, l’altro con vino, miele acido o idromele.»

Gli interventi chirurgici nell’antichità

Gli scavi archeologici condotti nel sito di Pompei hanno portato alla luce una straordinaria varietà distrumenti medici dedicati alla chirurgia: bisturi, scalpelli, ganci, cauteri, pinze, ventose, siringhe, trapani…

Sebbene sia difficile collocare gli elementi nel loro contesto, tutto suggerisce che greci e romani conoscessero i rudimenti di molti atti chirurgici. I più semplici consistono nella riduzione delle fratture per “riposizionamento” delle ossa, le più complesse riguardano la chirurgia viscerale o i delicati interventi alla cataratta. Altrettanto degne di nota sono le protesi dentali perfettamente funzionanti (progettate in oro nel periodo etrusco) che sostituiscono i denti danneggiati – il più delle volte con alcuni residui di macina di pietra purtroppo dimenticati nel pane.

E per anestetizzare i pazienti? In mancanza di una vera e propria anestesia, i medici ricorrono a delle bevande sedative. Se i decotti di canapa o dioppio sono diffuse nell’antico Oriente, i romani utilizzano di preferenza vino o spirito di vino mescolato con varie piante come la belladonna, il succo di papavero, la canapa indiana o la mandragora (17-19), sebbene alcune di queste, come l’aconito, mettano seriamente in pericolo il risveglio dei pazienti (20)…

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Bibliografia

  1. Tsiompanou E, Marketos SG. Hippocrates: timeless still. J R Soc Med. 2013 Jul;106(7):288-92. doi: 10.1177/0141076813492945. PMID: 23821709; PMCID: PMC3704070.
  2. Staub PO, Casu L, Leonti M. Back to the roots: A quantitative survey of herbal drugs in Dioscorides' De Materia Medica (ex Matthioli, 1568). Phytomedicine. 2016 Sep 15;23(10):1043-52. doi: 10.1016/j.phymed.2016.06.016. Epub 2016 Jun 23. PMID: 27444350.
  3. Yarnell E, Touwaide A. Accuracy of Dioscorides,' De materia medica (First Century C.E.), Regarding Diuretic Activity of Plants. J Altern Complement Med. 2019 Jan;25(1):107-120. doi: 10.1089/acm.2018.0251. Epub 2018 Nov 7. PMID: 30403493.
  4. Niazi A, Moradi M. The Effect of Chamomile on Pain and Menstrual Bleeding in Primary Dysmenorrhea: A Systematic Review. Int J Community Based Nurs Midwifery. 2021 Jul;9(3):174-186. doi: 10.30476/ijcbnm.2021.87219.1417. PMID: 34222539; PMCID: PMC8242407.
  5. Rajabi F, Rahimi M, Sharbafchizadeh MR, Tarrahi MJ. Saffron for the Management of Premenstrual Dysphoric Disorder: A Randomized Controlled Trial. Adv Biomed Res. 2020 Oct 30;9:60. doi: 10.4103/abr.abr_49_20. PMID: 33457343; PMCID: PMC7792881.
  6. Polito L, Bortolotti M, Battelli MG, Calafato G, Bolognesi A. Ricin: An Ancient Story for a Timeless Plant Toxin. Toxins (Basel). 2019 Jun 6;11(6):324. doi: 10.3390/toxins11060324. PMID: 31174319; PMCID: PMC6628454.
  7. Badgujar SB, Patel VV, Bandivdekar AH. Foeniculum vulgare Mill: a review of its botany, phytochemistry, pharmacology, contemporary application, and toxicology. Biomed Res Int. 2014;2014:842674. doi: 10.1155/2014/842674. Epub 2014 Aug 3. PMID: 25162032; PMCID: PMC4137549.
  8. Pawlowski ZS. Role of chemotherapy of taeniasis in prevention of neurocysticercosis. Parasitol Int. 2006;55 Suppl:S105-9. doi: 10.1016/j.parint.2005.11.017. Epub 2005 Dec 13. PMID: 16356763; PMCID: PMC7108384.
  9. Nikkhah Bodagh M, Maleki I, Hekmatdoost A. Ginger in gastrointestinal disorders: A systematic review of clinical trials. Food Sci Nutr. 2018 Nov 5;7(1):96-108. doi: 10.1002/fsn3.807. PMID: 30680163; PMCID: PMC6341159.
  10. Mahdi JG, Mahdi AJ, Mahdi AJ, Bowen ID. The historical analysis of aspirin discovery, its relation to the willow tree and antiproliferative and anticancer potential. Cell Prolif. 2006 Apr;39(2):147-55. doi: 10.1111/j.1365-2184.2006.00377.x. PMID: 16542349; PMCID: PMC6496865.
  11. Bagameri L, Baci GM, Dezmirean DS. Royal Jelly as a Nutraceutical Natural Product with a Focus on Its Antibacterial Activity. Pharmaceutics. 2022 May 27;14(6):1142. doi: 10.3390/pharmaceutics14061142. PMID: 35745715; PMCID: PMC9227439.
  12. Solc MK, Weese JS, Jazic E. The in vitro antibacterial activity of incomplete iron salt of polyacrylic acid against Pseudomonas aeruginosa, meticillin-resistant Staphylococcus pseudintermedius and meticillin-resistant S. aureus. Vet Dermatol. 2018 Feb;29(1):3-e2. doi: 10.1111/vde.12483. Epub 2017 Aug 22. PMID: 28833656.
  13. de Oliveira JR, Camargo SEA, de Oliveira LD. Rosmarinus officinalis L. (rosemary) as therapeutic and prophylactic agent. J Biomed Sci. 2019 Jan 9;26(1):5. doi: 10.1186/s12929-019-0499-8. PMID: 30621719; PMCID: PMC6325740.
  14. Gilca M, Gaman L, Panait E, Stoian I, Atanasiu V. Chelidonium majus--an integrative review: traditional knowledge versus modern findings. Forsch Komplementmed. 2010 Oct;17(5):241-8. doi: 10.1159/000321397. Epub 2010 Oct 8. PMID: 20980763.
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