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3 consigli per prevenire la malattia di Alzheimer

Secondo i ricercatori, il 40% dei casi di malattia di Alzheimer potrebbe essere evitato prendendo in considerazione i fattori di rischio e adottando alcune misure di prevenzione adeguate. Ecco, quindi, tre consigli per prevenire la malattia di Alzheimer.
Malattia di Alzheimer
Come mantenere i neuroni sani e favorire la produzione di nuovi neuroni?
Rédaction Supersmart.
2024-02-12 (blog.publication: 2023-01-05)Commenti (0)

Alzheimer: la prima malattia neurodegenerativa in Europa

Patologia neurodegenerativa progressiva che porta alla morte dei neuroni, la malattia di Alzheimer è caratterizzata da una graduale perdita della memoria e di alcune funzioni intellettive, che ha diversi effetti sulla vita quotidiana e sull’autonomia (1).

Interessa meno di 1 persona su 100 prima dei 70 anni e la sua incidenza aumenta meccanicamente con l’età: colpisce 1 persona su 25 tra i 70 e i 79 anni; 1 persona su 5 tra gli 80 e gli 89 anni; e 1 persona su 3 dopo i 90 anni. La malattia di Alzheimer interessa circa 4 milioni di individui in Europa (2-3).

Anche se i meccanismi precisi dell’insorgenza della malattia di Alzheimer non sono ancora ben chiariti, gli scienziati concordano sul fatto che è correlata all’accumulo nel cervello di alcune proteine (amiloidi e tau) normalmente solubili ed eliminate dall’organismo. Accumulandosi, queste formano delle “placche” attorno ai neuroni, alterandone il funzionamento e causandone la morte (4-5).

Pertanto, le misure di prevenzione della malattia di Alzheimer mirano essenzialmente a mantenere il cervello sano e a stimolare la produzione di nuovi neuroni per sostituire quelli persi nel corso degli anni. L’idea è fondamentalmente quella di preservare, o addirittura aumentare, la riserva cognitiva e la riserva cerebrale (6).

Attività fisica: la prima misura di prevenzione dell’Alzheimer

In generale, condurre una vita sana ed equilibrata è certamente uno dei modi migliori per prevenire la malattia di Alzheimer (7).

In questo caso, l’attività fisica è fondamentale. Infatti, praticare dell’esercizio fisico regolare consente di stimolare la circolazione sanguigna, in particolare a livello cerebrale, il che permette di mantenere gli organi in buona salute(8).

Inoltre, un’attività fisica regolare favorisce la produzione di endorfine, che agiscono sull’umore, e di dopamina, che oltre ad agire sull’umore funziona anche da anti-stress e aiuta a dormire bene. L’equilibrio mentale e il sonno sono criteri basilari per la prevenzione della malattia di Alzheimer.

E per una buona ragione: è durante le fasi del sonno che il cervello elimina efficacemente le proteine amiloidi e tau. Il sonno è quindi indispensabile per prevenire l’Alzheimer (9).

Infine, studi recenti hanno dimostrato che 30 minuti al giorno di esercizio fisico intenso stimolano la formazione di nuovi neuroni. Lo sport permette quindi di preservare la riserva cerebrale (10).

Proteggere la riserva cognitiva e cerebrale dalla malattia di Alzheimer

Si è osservato che, con l’età, il cervello elimina sempre meno facilmente le proteine amiloidi e tau, il che genera, alla fine, la morte dei neuroni. Una delle soluzioni per prevenire la malattia di Alzheimer è quindi stimolare il cervello: più grande è la riserva cerebrale di cui si dispone, più si ritarda la comparsa dei sintomi della demenza (11-12).

In effetti, alcuni studi hanno dimostrato che un basso livello di istruzione e stimolazione cognitiva nel corso dell’intero arco della vita è uno dei fattori di rischio della malattia di Alzheimer sui quali si può agire in maniera più efficace (13).

In modo correlato, altri studi hanno dimostrato che l’attività intellettuale, le interazioni sociali e professionali, l’attività fisica, le attività artistiche, il bilinguismo, la pratica musicale e la padronanza della lettura agiscono sulla riserva cognitiva e sulla riserva cerebrale e proteggono dal rischio di demenza (14-19).

In particolare, nelle persone che praticano queste attività si osserva un ritardo significativo dell’insorgenza dei sintomi.

Una delle misure di prevenzione dell’Alzheimer è quindi stimolare costantemente il cervello con l’apprendimento permanente.

In sintesi, per prevenire la malattia di Alzheimer bisogna abbandonare lo smartphone, leggere dei libri, ricominciare a studiare e dedicarsi alla musica. Un programma terapeutico che non è fra i più dolorosi…

L’alimentazione al servizio del cervello contro la malattia di Alzheimer

Seppure sia già stato ampiamente dimostrato che una dieta ricca di acidi grassi omega-3 è indispensabile per mantenere un cervello sano e prevenire disturbi mentali come la depressione o lo stress, nonché i fattori di rischio per la malattia di Alzheimer, la Fondation Vaincre Alzheimer ritiene che una dieta di tipo mediterraneo aiuti altresì a prevenire l’insorgenza della malattia (20).

E questo grazie a un’alimentazione certamente ricca di acidi grassi omega-3, nonché di antiossidanti, vitamina C, vitamina E, vitamina B2 e vitamina B6, che contribuiscono a ridurre la fatica e favoriscono le normali funzioni psichiche (21-22).

Peraltro, alcuni studi valutano il potenziale di alcune piante nel contrastare la malattia di Alzheimer e prendersi cura del cervello.

Ad esempio, uno studio californiano nel corso del quale sono stati condotti degli esperimenti in vitro e in vivo ha dimostrato che la curcuma distrugge le “placche” di proteine amiloidi nel cervello e ne previene la formazione (23).

Un altro studio ha valutato il potenziale dell’erba della tigre (Centella asiatica, nota anche come gotu kola) per migliorare i deficit comportamentali legati all’Alzheimer (24).

Infine, i ricercatori stanno esaminando gli effetti dell’uperzina, il principio attivo dell’Huperzia serrata, una pianta utilizzata nella medicina tradizionale cinese per trattare i disturbi della memoria. Di fatto, l’uperzina sembrerebbe inibire la produzione di acetilcolinesterasi, un enzima che provoca la degradazione dell’acetilcolina, che favorirebbe a sua volta la memoria e le funzioni cognitive (25).

In sintesi, per prevenire la malattia di Alzheimer è innanzitutto necessario praticare un’attività fisica regolare, dormire bene, stimolare le capacità cognitive e curare la dieta. Tuttavia, ogni aiuto è benvenuto per combattere il rischio di malattie neurodegenerative e, da questo punto di vista, piante e vitamine sembrano supporti interessanti.

IL CONSIGLIO DI SUPERSMART

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Bibliografia

  1. https://www.francealzheimer.org/comprendre-la-maladie/la-maladie-dalzheimer/premiers-reperes-maladie/
  2. https://www.fondation-mederic-alzheimer.org/les-chiffres-cles
  3. https://www.alzheimer-europe.org/dementia/alzheimers-dementia
  4. SADIGH-ETEGHAD, Saeed, SABERMAROUF, Babak, MAJDI, Alireza, et al. Amyloid-beta: a crucial factor in Alzheimer's disease. Medical principles and practice, 2015, vol. 24, no 1, p. 1-10.
  5. KOLAROVA, Michala, GARCÍA-SIERRA, Francisco, BARTOS, Ales, et al. Structure and pathology of tau protein in Alzheimer disease. International journal of Alzheimer’s disease, 2012, vol. 2012.
  6. https://alzheimer-recherche.org/la-reserve-cognitive-et-la-reserve-cerebrale/
  7. ERICKSON, Kirk I., WEINSTEIN, Andrea M., et LOPEZ, Oscar L. Physical activity, brain plasticity, and Alzheimer's disease. Archives of medical research, 2012, vol. 43, no 8, p. 615-621.
  8. TAN, Zaldy S., SPARTANO, Nicole L., BEISER, Alexa S., et al. Physical activity, brain volume, and dementia risk: the Framingham study. The Journals of Gerontology: Series A, 2017, vol. 72, no 6, p. 789-795.
  9. KANG, Jae-Eun, LIM, Miranda M., BATEMAN, Randall J., et al. Amyloid-β dynamics are regulated by orexin and the sleep-wake cycle. Science, 2009, vol. 326, no 5955, p. 1005-1007.
  10. PHILLIPS, Cristy, BAKTIR, Mehmet Akif, SRIVATSAN, Malathi, et al. Neuroprotective effects of physical activity on the brain: a closer look at trophic factor signaling. Frontiers in cellular neuroscience, 2014, vol. 8, p. 170.
  11. Stern Y, Arenaza-Urquijo EM, Bartrés-Faz D, et al. Whitepaper: Defining and investigating cognitive reserve, brain reserve, and brain maintenance. Alzheimers Dement. 2018;S1552-5260(18)33491-5.
  12. Stern Y. An approach to studying the neural correlates of reserve. Brain Imaging Behav. 2017 April ; 11(2): 410–416.
  13. Norton S, Matthews FE, Barnes DE, Yaffe K, Brayne C. Potential for primary prevention of Alzheimer’s disease: an analysis of population-based data. Lancet Neurol. 2014;13(8):788–794.
  14. Wilson RS, Bennett DA, Bienias JL, et al. Cognitive activity and incident AD in a population-based sample of older persons. Neurology. 2002;59(12):1910-1914.
  15. Verghese J, Lipton RB, Katz MJ, et al. Leisure activities and the risk of dementia in the elderly. N Engl J Med. 2003;348(25):2508-2516
  16. Paillard-Borg S, Fratiglioni L, Winblad B, Wang HX. Leisure activities in late life in relation to dementia risk: principal component analysis. Dement Geriatr Cogn Disord. 2009;28(2):136-144
  17. Walsh S, Causer R, Brayne C. Does playing a musical instrument reduce the incidence of cognitive impairment and dementia? A systematic review and meta-analysis. Aging Ment Health. 2019;1–9.
  18. Lee ATC, Richards M, Chan WC, Chiu HFK, Lee RSY, Lam LCW. Association of Daily Intellectual Activities with lower risk of incident dementia among older Chinese adults. JAMA Psychiatry. 2018;75(7):697–703.
  19. Mendez MF. Bilingualism and Dementia: Cognitive Reserve to Linguistic Competency. J Alzheimers Dis. 2019;71(2):377–388
  20. DENIS, Isabelle, POTIER, Brigitte, HEBERDEN, Christine, et al. Omega-3 polyunsaturated fatty acids and brain aging. Current Opinion in Clinical Nutrition & Metabolic Care, 2015, vol. 18, no 2, p. 139-146.
  21. ZHUO, Jia-Min et PRATICÒ, Domenico. Acceleration of brain amyloidosis in an Alzheimer’s disease mouse model by a folate, vitamin B6 and B12-deficient diet. Experimental gerontology, 2010, vol. 45, no 3, p. 195-201.
  22. WEIR, Donald G. et SCOTT, John M. Brain function in the elderly: role of vitamin B12 and folate. British medical bulletin, 1999, vol. 55, no 3, p. 669-682.
  23. YANG, Fusheng, LIM, Giselle P., BEGUM, Aynun N., et al. Curcumin inhibits formation of amyloid β oligomers and fibrils, binds plaques, and reduces amyloid in vivo. Journal of Biological Chemistry, 2005, vol. 280, no 7, p. 5892-5901.
  24. SOUMYANATH, Amala, ZHONG, Yong-Ping, HENSON, Edward, et al. Centella asiatica extract improves behavioral deficits in a mouse model of Alzheimer's disease: investigation of a possible mechanism of action. International Journal of Alzheimer’s Disease, 2012, vol. 2012.
  25. YANG, Guoyan, WANG, Yuyi, TIAN, Jinzhou, et al. Huperzine A for Alzheimer’s disease: a systematic review and meta-analysis of randomized clinical trials. PloS one, 2013, vol. 8, no 9, p. e74916.
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