Il ruolo del Tao nella medicina cinese
La medicina tradizionale cinese è intrinsecamente guidata da un principio chiamato Tao (letteralmente, la “via”, il “soffio”). Per essenza indicibile e inafferrabile, costantemente in movimento , genera e anima ogni espressione della natura e ogni essere vivente.
Pone così le basi del taoismo, importante corrente di pensiero nata nel Isecolo a.C. Per raggiungere la saggezza, il taoista deve conformarsi alle leggi naturali dell’Universo: la vita appare come una concatenazione di cicli di distruzione e rigenerazione, definiti “movimenti”, una dimensione che, come vedremo in seguito, ha largamente influenzato l’approccio medico cinese.
I principi fondamentali della medicina tradizionale cinese
Tramandata oralmente sin dalle origini, la medicina cinese viene formalizzata per la prima volta con il Testo classico di medicina interna dell’imperatore Giallo. Nel corso dei secoli e delle scoperte anatomiche, i suoi fondamenti si precisano e si completano, fino a dare origine a una pratica estremamente ricca ed elaborata (1).
Come la medicina “kampo” giapponese che ad essa si è largamente ispirata, la medicina tradizionale cinese (MTC) adotta un approccio olistico: considera l’individuo nella sua interezza, senza mai dissociare corpo e mente.
Per sostenere la sua pratica, si basa su diversi concetti filosofici, tra cui il Qi. Questo corrisponde alla nostra energia vitale, la nostra forza vitale, la cui libera circolazione attraverso i meridiani del corpo è indice di una buona salute generale (2).
Incarnati nel simbolo del Tao, lo Yin e lo Yang traducono il fenomeno della dualità. Queste due forze non si oppongono, sono complementari e interagiscono continuamente in ogni elemento: lo Yin simboleggia così la donna, la luna, l’oscurità o la freschezza; lo Yang si riferisce invece all’uomo, al sole, alla luminosità o al calore. Queste due nozioni intervengono soprattutto nel lavoro di riequilibrio energetico (3).
La Teoria dei cinque movimenti descrive i processi dinamici che sottendono ogni “ciclo” del vivente. Questi movimenti prendono il nome di cinque elementi: Legno, Fuoco, Metallo, Acqua e Terra. La loro particolarità risiede nell’interdipendenza, tradotta in relazioni reciproche di generazione e controllo: ad esempio, il Legno è generato dall’Acqua, genera il Fuoco, controlla la Terra ed è controllato dal Metallo.
Qual è il rapporto con medicina cinese? La teoria si traduce nella fisiologia umana, in cui ogni Movimento corrispondente ad un organo (4): il fegato è quindi Legno, il cuore è Fuoco, la milza e il pancreas sono Terra, il polmone è Metallo e i reni sono Acqua. Questa visione si prolunga con le sfere organiche, vasti insiemi “di affinità” propri di ogni organo: un dato organo è dunque associato a una stagione, un orientamento, un’emozione o un sapore (che possono differire a seconda della scuola).
Pratiche e trattamenti della medicina cinese
Alla luce dei principi precedenti, la medicina tradizionale cinese mira a sciogliere i blocchi energetici e mantenere uno stato di equilibrio fisico, mentale e spirituale, agendo sul piano sia della prevenzione che della cura.
Si articola su cinque pilastri fondamentali (5):
- Fitoterapia: considerata un tesoro nazionale, la farmacopea cinese contiene più di 5.000 sostanze, di cui 200-600 sono normalmente utilizzate (6).
- Dietetica cinese: nella medicina cinese, una buona digestione fluidifica la circolazione del Qi. Gli alimenti stessi sono portatori di Yin e Yang che influenzano l’equilibrio energetico (7).
- Agopuntura: pratica terapeutica ben nota agli occidentali, consiste nell’infissione di aghi sottili nel tessuto sottocutaneo per stimolare alcuni punti dei meridiani e stimolare l’attività del Qi (8). È ancora oggi utilizzata per trattamenti preventivi, terapeutici o complementari ai trattamenti della medicina moderna. La sua pratica può essere abbinata alla moxibustione (stimolazione di punti energetici mediante l’applicazione di un sigaro di artemisia, la cosiddetta moxa) per riscaldare il sangue (9).
- Massaggio Tui Na: considerato un massaggio dinamico, comprende 300 manipolazioni distinte basate sulla digitopressione, l’avvolgimento e gli esercizi energetici. Il suo obiettivo è riequilibrare il Qi (10).
- Esercizi energetici: comprendono il Qi-Gong (incentrato su respirazione, rilassamento e meditazione) e il Tai Chi, arte marziale elevata al rango di “ginnastica della salute” (11-12).
Le piante di punta della farmacopea cinese
Nella medicina cinese, le piante sono più spesso unite in sinergia per potenziarne la rispettiva azione. L’osservazione delle loro caratteristiche fisiche quali colore, natura (calda, fredda, neutra), sapore, tasso di umidità o modalità di azione (purificare, disperdere, tonificare o drenare), fornisce informazioni sul loro profilo terapeutico. Anche la natura del paziente condiziona la scelta del trattamento.
Tra le piante medicinali cinesi più conosciute, troviamo ovviamente il ginseng asiatico (presente in Ginseng 30%). Considerato per molto tempo una panacea, era utilizzato come un fortificante generale dell’organismo e un importante energizzante biostimolante, corroborante dello Yang (13). Gli studi attuali riconoscono oggi la sua capacità di combattere la stanchezza, sostenere l’immunità e sostenere le prestazioni cognitive (14).
Grazie ai suoi effetti riscaldanti con cui scaccia il freddo dallo stomaco, lo zenzero (protagonista della formula Super Gingerols) era particolarmente ambito per favorire la salute digestiva, in particolare per alleviare la nausea e calmare il vomito (15). Quanto al melone invernale (Dong Gua Pi), veniva utilizzato per le sue proprietà depurative per pulire l’intestino, decongestionare i polmoni o ammorbidire la pelle. Evitando i ristagni del Qi, la Lindera aggregata (Wu Yao) trovava applicazione nel benessere femminile e nelle disfunzioni renali (17).
Iscritta da centinaia di anni nella farmacopea tradizionale cinese, la scutellaria (Scutellaria baicalensis, da cui si estrae il composto attivo di Baicalin), o Huang Chin, possiede un tropismo particolare per fegato, polmoni e sistema nervoso (18-19). Insieme alla radice di buplero, pinellia, giuggiolo, liquirizia, ginseng e zenzero, rientra nella composizione del rimedio cinese Sho-Saiko-To, tradizionalmente dedicato alla sfera epatica.
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