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GLP-1: una nuova speranza contro il fegato grasso?

Sempre più persone sviluppano una quantità significativa di grasso nel fegato, che porta alla steatosi epatica non alcolica. La ricerca sul GLP-1 suggerisce che questo ormone potrebbe essere di aiuto.

Il GLP-1 potrebbe aiutare a combattere il fegato grasso

Steatoepatite associata a disfunzione metabolica (MASH), la "malattia del fegato grasso"

Con il nome di steatoepatite associata a disfunzione metabolica (MASH), precedentemente nota come steatoepatite non alcolica (NASH), ci si riferisce all'accumulo eccessivo di grasso nel fegato e alle sue conseguenze.

Spesso viene definita "malattia del fegato grasso non alcolica".

Quando è sovraccarico di lavoro, il fegato non è più in grado di gestire correttamente i grassi. Ciò può portare all'infiammazione e al progressivo danneggiamento delle cellule epatiche.

In alcuni casi, questo fenomeno può evolvere in fibrosi, cioè nella formazione di tessuto cicatriziale nel fegato, che non è più in grado di svolgere le sue funzioni abituali (disintossicazione, sintesi di proteine e fattori di coagulazione, regolazione del metabolismo, ecc.).

Lo stadio finale della fibrosi non trattata è la cirrosi, una malattia che non è necessariamente legata al consumo di alcol, contrariamente a quanto spesso si pensa.

Nella cirrosi, gran parte del tessuto epatico viene sostituito da tessuto cicatriziale. Il fegato diventa rigido e perde gradualmente la capacità di svolgere le sue funzioni.

Favorita dall'obesità, da uno stile di vita sedentario e da alcuni disturbi metabolici, la MASH è sempre più diffusa in tutto il mondo (2).

Per questo motivo i ricercatori stanno studiando nuovi modi per supportare il fegato, in particolare tramite l'uso di agonisti del GLP-1.

Uno studio sugli agonisti del GLP-1 suggerisce effetti sul grasso epatico

Risultati particolarmente incoraggianti

Il GLP-1 (glucagon-like peptide-1) è un ormone naturalmente prodotto dall'organismo. È noto in particolare per i suoi effetti di regolazione dell'appetito e dei livelli di zucchero nel sangue (3).

Alcuni farmaci chiamati agonisti del GLP-1, come la semaglutide, ne imitano l'azione.

Uno studio clinico pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2024 (4) ha dimostrato che, in persone con fegato grasso con fibrosi da lieve a moderata, la somministrazione di semaglutide una volta alla settimana per 240 settimane è correlata a:

  • un miglioramento della composizione epatica e dell'infiammazione senza peggioramento della fibrosi in oltre il 60% dei casi, rispetto a circa il 34% dei soggetti trattati con placebo;
  • una riduzione del tessuto cicatriziale senza peggioramento della steatoepatite in oltre il 36% dei pazienti, rispetto a circa il 22% di quelli che assumevano placebo;
  • risoluzione della steatoepatite con riduzione della fibrosi nel 32,7% dei pazienti, rispetto al 16,1% del gruppo placebo;
  • una riduzione media del peso corporeo del 10,5%, rispetto al 2,0% del placebo.

I meccanismi che potrebbero spiegare questi risultati

Da un punto di vista medico, questi effetti sulla salute del fegato potrebbero essere spiegati da diversi meccanismi complementari:

  • una riduzione generale del grasso corporeo, in particolare del grasso viscerale nell'addome e nel fegato, criterio spesso associato a miglioramenti dei parametri epatici (5);
  • una riduzione dello stress ossidativo, noto per danneggiare le cellule epatiche (6);

Sebbene siano potenzialmente interessanti per i loro effetti di sostegno alla funzione epatica, gli agonisti del GLP-1 sono trattamenti farmacologici che possono avere effetti collaterali (7).

Per questo motivo la ricerca sta esplorando anche metodi naturali per stimolare la secrezione naturale di GLP-1 da parte dell'organismo, in parallelo all'adozione di uno stile di vita adeguato. Ad oggi, infatti, la strategia più efficace per ridurre il fegato grasso rimane la perdita di peso graduale e duratura.

-Scopri l'integratore alimentare GLP-1 Booster Formula pensato per favorire in modo naturale la secrezione di GLP-1 nell'ambito della perdita di peso.

-In caso di patologie epatiche accertate o di dubbi, consultare sempre il medico prima di assumere qualsiasi integratore.

Sostenere la funzione epatica in modo naturale

Dieta equilibrata + attività fisica per prevenire l'accumulo di grasso

Il modo migliore per prevenire l'accumulo di grasso nel fegato è combinare una dieta equilibrata con un'attività fisica regolare, per perdere peso e quindi grasso viscerale (8).

Adottare una dieta equilibrata ricca di fibre, frutta e verdura e acidi grassi insaturi aiuta a limitare l'accumulo di grasso intorno agli organi digestivi, in particolare il fegato.

L'attività fisica, anche moderata (camminata veloce, bicicletta, nuoto), migliora la sensibilità all'insulina (9) e favorisce l'eliminazione del grasso in eccesso. Inoltre, una volta raggiunto il peso ideale, aiuta a stabilizzare i risultati raggiunti.

Ingredienti naturali che aiutano il fegato

Oggi numerosi nutrienti, estratti vegetali e ingredienti naturali sono studiati per il loro potenziale ruolo nella protezione del fegato e del metabolismo.

-Importante: se si sospetta una malattia del fegato, se si ha una diagnosi confermata o se si assumono farmaci, è fondamentale consultare il medico prima di assumere qualsiasi integratore.

L'uso di integratori alimentari, anche naturali, può aiutare a sostenere il fegato in alcuni casi, ma non dovrebbe mai sostituire il trattamento medico.

La colina, un elemento chiave nel metabolismo dei grassi

La colina partecipa al normale metabolismo dei lipidi e al mantenimento della normale funzione epatica.

Un'assunzione sufficiente di colina contribuisce quindi a limitare l'accumulo di grasso in alcuni organi, contribuendo al corretto funzionamento del fegato.

Al contrario, secondo uno studio, un apporto insufficiente è correlato a una maggiore frequenza di sviluppo della steatosi epatica (10).

-Scopri l'integratore alimentare Choline Complex, una combinazione sinergica di 3 forme biodisponibili di colina.

N-acetilcisteina, precursore del glutatione

La N-acetilcisteina (NAC) è un precursore della cisteina, a sua volta precursore diretto del glutatione prodotto dall'organismo e considerato un importante antiossidante.

Oggi la NAC viene studiata per il suo potenziale ruolo nella protezione delle cellule epatiche, in particolare nella steatoepatite non alcolica (11).

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Antrodia, un fungo raro con effetti studiati sul fegato

L'Antrodia camphorata è un fungo asiatico tradizionalmente utilizzato in Asia, studiato clinicamente per il suo impatto complessivo sulla salute del fegato.

Alcune ricerche suggeriscono che può favorire la disintossicazione del fegato, gestire il grasso in eccesso e proteggere da varie lesioni epatiche (12).

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Silimarina, un estratto di cardo mariano con proprietà antiossidanti

Ampiamente documentata per i suoi effetti antiossidanti, la silimarina estratta dal cardo mariano sostiene la salute del fegato e contribuisce al suo potenziale disintossicante (13).

-Scopri Liver Support Formula, un integratore alimentare contenente cardo mariano, ricco di silimarina ed estratti vegetali studiati per i loro effetti sul fegato.

Curcumina, un composto oggetto di numerose ricerche

La curcumina, derivata dalla curcuma, è oggetto di numerosi studi per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

Potrebbe contribuire al benessere digestivo e sostenere la funzione epatica e biliare. Si ritiene inoltre che aiuti a digerire i grassi e a prevenirne l'accumulo (14).

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IL CONSIGLIO DI SUPERSMART

Bibliografia

  1. Girish V, John S. Metabolic Dysfunction-Associated Steatotic Liver Disease (MΑSLD). 2025 Aug 9. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan–. PMID: 31082077.
  2. Younossi ZM, Kalligeros M, Henry L. Epidemiology of metabolic dysfunction-associated steatotic liver disease. Clin Mol Hepatol. 2025 Feb;31(Suppl):S32-S50. doi: 10.3350/cmh.2024.0431. Epub 2024 Aug 19. PMID: 39159948; PMCID: PMC11925440.
  3. Müller TD, Finan B, Bloom SR, D'Alessio D, Drucker DJ, Flatt PR, Fritsche A, Gribble F, Grill HJ, Habener JF, Holst JJ, Langhans W, Meier JJ, Nauck MA, Perez-Tilve D, Pocai A, Reimann F, Sandoval DA, Schwartz TW, Seeley RJ, Stemmer K, Tang-Christensen M, Woods SC, DiMarchi RD, Tschöp MH. Glucagon-like peptide 1 (GLP-1). Mol Metab. 2019 Dec;30:72-130. doi: 10.1016/j.molmet.2019.09.010. Epub 2019 Sep 30. PMID: 31767182; PMCID: PMC6812410.
  4. Sanyal AJ, Newsome PN, Kliers I, Østergaard LH, Long MT, Kjær MS, Cali AMG, Bugianesi E, Rinella ME, Roden M, Ratziu V; ESSENCE Study Group. Phase 3 Trial of Semaglutide in Metabolic Dysfunction-Associated Steatohepatitis. N Engl J Med. 2025 Jun 5;392(21):2089-2099. doi: 10.1056/NEJMoa2413258. Epub 2025 Apr 30. PMID: 40305708.
  5. Wilding JPH, Batterham RL, Calanna S, Van Gaal LF, McGowan BM, Rosenstock J, Tran MTD, Wharton S, Yokote K, Zeuthen N, Kushner RF. Impact of Semaglutide on Body Composition in Adults With Overweight or Obesity: Exploratory Analysis of the STEP 1 Study. J Endocr Soc. 2021 May 3;5(Suppl 1):A16–7. doi: 10.1210/jendso/bvab048.030. PMCID: PMC8089287.
  6. Pan X, Yang L, Wang S, Liu Y, Yue L, Chen S. Semaglutide ameliorates obesity-induced cardiac inflammation and oxidative stress mediated via reduction of neutrophil Cxcl2, S100a8, and S100a9 expression. Mol Cell Biochem. 2024 May;479(5):1133-1147. doi: 10.1007/s11010-023-04784-2. Epub 2023 Jun 15. PMID: 37318712.
  7. Pillarisetti L, Agrawal DK. Semaglutide: Double-edged Sword with Risks and Benefits. Arch Intern Med Res. 2025;8(1):1-13. doi: 10.26502/aimr.0189. Epub 2025 Jan 10. PMID: 39902055; PMCID: PMC11790292.
  8. Recchia F, Leung CK, Yu AP, Leung W, Yu DJ, Fong DY, Montero D, Lee CH, Wong SHS, Siu PM. Dose-response effects of exercise and caloric restriction on visceral adiposity in overweight and obese adults: a systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials. Br J Sports Med. 2023 Aug;57(16):1035-1041. doi: 10.1136/bjsports-2022-106304. Epub 2023 Jan 20. PMID: 36669870; PMCID: PMC10423480.
  9. Małkowska P. Positive Effects of Physical Activity on Insulin Signaling. Curr Issues Mol Biol. 2024 May 30;46(6):5467-5487. doi: 10.3390/cimb46060327. PMID: 38920999; PMCID: PMC11202552.
  10. Corbin KD, Zeisel SH. Choline metabolism provides novel insights into nonalcoholic fatty liver disease and its progression. Curr Opin Gastroenterol. 2012 Mar;28(2):159-65. doi: 10.1097/MOG.0b013e32834e7b4b. PMID: 22134222; PMCID: PMC3601486.
  11. Yang K, Kim HH, Shim YR, Ryu T, Kim CW. Comprehensive transcriptomic analysis and meta-analysis identify therapeutic effects of N-acetylcysteine in nonalcoholic fatty liver disease. Front Pharmacol. 2023 May 15;14:1186582. doi: 10.3389/fphar.2023.1186582. PMID: 37256235; PMCID: PMC10225598.
  12. Kim U, Jang SI, Chen PN, Horii S, Wen WC. Hepatoprotective Effect of Antrodia camphorataMycelium Powder on Alcohol-Induced Liver Damage. Nutrients. 2024 Oct 8;16(19):3406. doi: 10.3390/nu16193406. PMID: 39408373; PMCID: PMC11478381.
  13. Gillessen A, Schmidt HH. Silymarin as Supportive Treatment in Liver Diseases: A Narrative Review. Adv Ther. 2020 Apr;37(4):1279-1301. doi: 10.1007/s12325-020-01251-y. Epub 2020 Feb 17. PMID: 32065376; PMCID: PMC7140758.
  14. Farzaei MH, Zobeiri M, Parvizi F, El-Senduny FF, Marmouzi I, Coy-Barrera E, Naseri R, Nabavi SM, Rahimi R, Abdollahi M. Curcumin in Liver Diseases: A Systematic Review of the Cellular Mechanisms of Oxidative Stress and Clinical Perspective. Nutrients. 2018 Jul 1;10(7):855. doi: 10.3390/nu10070855. PMID: 29966389; PMCID: PMC6073929.

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