Il processo infiammatorio è una normale reazione dell'organismo in risposta a un'aggressione (ad esempio virus, batteri, allergeni, ferite o punture di insetto). È un meccanismo di difesa di prima linea essenziale per identificare il danno tissutale e/o eradicare i patogeni presenti.
Nella fase acuta, l'infiammazione si manifesta con una dilatazione dei vasi sanguigni che consente l'afflusso di cellule immunitarie (principalmente neutrofili e macrofagi) alla sede interessata, che digeriranno (fagocitosi) tessuti, microbi o molecole antigeniche danneggiati.
L'infiammazione acuta dura pochi giorni e guarisce, mentre si rivela davvero problematica quando perdura: si parla allora di infiammazione cronica (o infiammazione di basso grado). Il sistema immunitario continuamente sollecitato si indebolisce e diventa più vulnerabile alle malattie. Lo stato infiammatorio silente è peraltro presente nella maggior parte delle patologie a lungo termine, come il diabete, le malattie cardiovascolari o le malattie autoimmuni (1-3).
Un buon modo per valutare i livelli di infiammazione nell'organismo è eseguire un esame del sangue per la ricerca della proteina C-reattiva (o PCR). Sintetizzata dal fegato, questa proteina indica in modo precoce e specifico la presenza di una reazione infiammatoria acuta o cronica. Un livello normale di PCR dovrebbe essere inferiore a 6 mg/l.
Quando fai movimento, le cellule muscolari rilasciano due mediatori che abbassano naturalmente il livello di infiammazione: l'interleuchina-6 (IL-6) e l'interleuchina-10 (IL-10) (4). Il rilascio è tanto più marcato in caso disforzo fisico prolungato. Un buon motivo per indossare le scarpe (o la tuta) da ginnastica!
Oltre ad apportare benefici immediati, a livello secondario lo sport favorisce anche la perdita di peso. Tuttavia, le cellule adipose eserciterebbero un effetto pro-infiammatorio sui macrofagi che si infiltrano numerosi nel tessuto adiposo (5). Perdendo qualche chilo in più, probabilmente abbasserai i livelli di infiammazione nel tuo corpo.
Come parte del nostro arsenale di difesa, gli antiossidanti svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento di un buon equilibrio interno. È quindi importante assumerli regolarmente per ottenere i massimi benefici.
Ingrediente essenziale della medicina ayurvedica, la curcuma ha notevoli proprietà antiossidanti dovute principalmente al suo contenuto di curcuminoidi (6). Purtroppo questi sono scarsamente assimilati dal nostro organismo allo stato grezzo. Degli integratori all'avanguardia sono comunque riusciti a correggere questo difetto grazie all'associazione con la fosfatidilcolina naturale (come in Super Curcuma, i cui curcuminoidi sono 29 volte più assorbibili rispetto ai prodotti convenzionali).
Data la complessità delle reazioni biochimiche che governano il corpo umano, hai anche la possibilità di diversificare l'apporto di "supermolecole" scegliendo delle formulazioni sinergiche (combinando la curcuma con 12 sostanze eccezionali tra cui tulsi, bromelina, gingeroli, quercetina o rutina, l'integratore Inflarelief è un punto di riferimento in questo campo) (7-9).
Oltre ad aumentare l'apporto di antiossidanti, rivedere le normali abitudini alimentari è un altro modo per abbassare i livelli di PCR.
Ovviamente è opportuno prediligere frutta e verdura, ma anche i tanto bistrattati legumi: fonte di fibre e proteine vegetali, insieme ai cereali integrali rappresentano un'interessante alternativa alla carne – che favorisce gli stati infiammatori (10). Sono, inoltre, tra gli ingredienti a basso indice glicemico da preferire assolutamente nella lotta contro le infiammazioni. Elimina lo zucchero! (11)
La dieta classica presenta anche un rapporto omega-6/omega-3 sfavorevole. Sebbene indispensabili, gli omega-6 esercitano un'azione pro-infiammatoria se consumati in eccesso. È quindi saggio ripristinare l'equilibrio aumentando l'assunzione di omega-3 (con olio di pesce grasso o olio di semi di lino, colza o canapa in particolare) (12).
Quanto ai “grassi buoni”, l'acido palmitoleico (o omega-7) presente nei nostri tessuti organici ma estremamente raro nella dieta, affascina oggi la comunità scientifica (13). Potrebbe quindi essere adeguato optare per un'integrazione con questo prezioso acido grasso (ad esempio con Palmitoleic Acid, un integratore di acido palmitoleico purificato ottenuto dalle acciughe da pesca sostenibile).
E se le bacche ravvivassero la tua nuova dieta? Bacche e frutti rossi sono piccoli, ma miracolosi per la salute, soprattutto grazie ai loro numerosi composti eccezionali (14). Prima vengono il mirtillo e l'uva, entrambi dotati di proprietà antiossidanti grazie agli antociani e alle leucocianidine (15-16).
Se non ne acquisti mai, prendi in considerazione l'integrazione con estratti di bacche e frutti rossi per ristabilire il tuo equilibrio interiore (ad esempio con AntiOxidant Synergy, una formula a base di curcuma, mirtillo e semi d'uva rinforzata con sostanze naturali super potenti come tè verde, resveratrolo, glutatione o corteccia di pino).
Non meno di 41 studi pubblicati tra il 2003 e il 2013 riportano una correlazione tra stress psicosociale e conseguente aumento dei livelli di PCR (17). Prendersi del tempo per se stessi, dedicarsi ad attività rilassanti o migliorare la gestione delle emozioni potrebbe quindi agire favorevolmente nel ridurre l'infiammazione cronica (e ancor meglio nel prevenirla!)
Ginocchia e anche reclamano la tua attenzione? La boswellia, una resina ricavata dalla corteccia della Boswellia serrata, favorisce il comfort articolare grazie alla sua ricchezza di acido boswellico (18-19). Assunta come integratore alimentare (ad es. 5-Loxin®, standardizzato al 30% di acido boswellico per un'efficacia ottimale), può fornire un valido supporto in caso di articolazioni infiammate.
Come bonus, scopri anche la corteccia di salice bianco, spesso consigliata dai naturopati per la sua ricchezza di salicina, che si trasforma in acido salicilico nell'organismo.
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