Dolori al basso ventre? Sospetti una colite? Panoramica dei sintomi caratteristici, delle cause e dei mezzi per alleviarla.
La colite è un’infiammazione della parete del colon, la sezione dell’intestino che segue il tenue e arriva fino al retto.
Può manifestarsi in maniera acuta (ossia bruscamente, con una rapida evoluzione) o cronica (ossia con effetti che persistono nel tempo, in genere per più di tre mesi).
Non è una patologia specifica, ma un insieme di malattie e disturbi molto vari che causano l’infiammazione. Molto spesso la colite è benigna, se trattata rapidamente.
La colite si manifesta con disturbi del transito intestinale: diarrea o stitichezza, dolori addominali (più o meno persistenti), gonfiore, ecc. (1) A volte si osserva anche una perdita di peso e una sensazione di stanchezza.
Dal punto di vista biologico, si nota generalmente un’iperleucocitosi (livello elevato di globuli bianchi nel sangue) e un livello elevato di PCR (indicatore di un’infiammazione). L’endoscopia consente una diagnosi certa.
In base alla causa della colite, possono manifestarsi ulteriori sintomi.
Quando i sintomi persistono, la diarrea può provocare le carenze di alcune vitamine a causa di un minore assorbimento dei nutrienti e di una minore produzione di vitamine B e K da parte della flora batterica del colon.
Attenzione, la colite non deve essere confusa con la colica renale, che si manifesta con un forte dolore alla schiena e all’addome, solitamente dopo un improvviso aumento della pressione nelle vie urinarie.
Inoltre, non ha nulla a che vedere con le coliche del neonato, caratterizzate da pianti frequenti e prolungati, senza una ragione apparente, nelle prime settimane dopo la nascita.
La confusione è legata all’uso della parola “colica” per indicare un’ampia varietà di disturbi, tra cui la diarrea.
La colite acuta ha diverse cause possibili:
La colite cronica ha tre cause principali:
I mezzi per prevenire la colite e alleviarne i sintomi variano molto a seconda della causa.
Diversi studi clinici (3-4) studiano l’interesse dei probiotici relativamente alla flora batterica intestinale del colon.
Quelli che contengono bifidobatteri e lattobacilli sono i più promettenti (gli integratori probiotici dedicati ai colon, come Colon Friendly, di solito incorporano i ceppi migliori).
Il probiotico Saccharomyces Boulardii, invece, è il lievito più documentato in caso di diarrea. I probiotici si trovano in una certa quantità in alimenti quali kefir, tempeh, miso e yogurt.
Le persone che soffrono di colite cronica o colite ricorrente sono a rischio di carenze per alcune vitamine: la loro flora intestinale ne produce in quantità minore (in particolare le vitamine del gruppo B), l’assorbimento attraverso la barriera intestinale è inferiore e possono verificarsi perdite significative in caso di diarrea con sangue.
Un’integrazione con vitamine e minerali può essere presa in considerazione dopo aver consultato un professionista sanitario.
Gli acidi grassi omega-3, che si trovano nei pesci grassi e le cui dosi giornaliere raccomandate spesso non vengono soddisfatte, contribuiscono non solo alla salute del cuore e alla funzione cerebrale.
Sembra che siano anche strettamente correlati alla flora intestinale (5).
Un’integrazione con omega-3 può quindi essere ipotizzabile (idealmente con un integratore di eccellente digeribilità, come Super Omega-3). D’altra parte, è necessario limitare gli altri apporti di grassi, in particolare i grassi saturi che possono causare steatorrea (diarrea con eccessivo contenuto di grassi).
La curcumina è un principio biologicamente attivo della curcuma che contribuisce a ridurre l’infiammazione e a sostenere il sistema immunitario, di cui la flora intestinale è parte integrante.
Può essere utile in quanto l’infiammazione della mucosa del colon partecipa alla disregolazione del sistema immunitario e favorisce la selezione di batteri patogeni a scapito dei batteri commensali.
Le forme più biodisponibili (come in Curcumin Solution) sono le più consigliate in caso di colite.
Tutte queste soluzioni naturali devono, ovviamente, essere prese in considerazione sotto la supervisione di un professionista saniatrio (ad esempio un gastroenterologo).
Bibliografia
Menni, C., Zierer, J., Pallister, T. et al. Omega-3 fatty acids correlate with gut microbiome diversity and production of N-carbamylglutamate in middle aged and elderly women. Sci Rep 7, 11079 (2017). https://doi.org/10.1038/s41598-017-10382-2
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