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Il natto è una pietanza a base di fagioli di soia fermentati con il batterio Bacillus subtilis. Si tratta di una pietanza consumata nei paesi asiatici da oltre 2000 anni, soprattutto in Giappone, dove si ritiene che contribuisca all'eccezionale longevità dei suoi abitanti (3).
Nel 1987, un team di ricercatori ha scoperto che questa pietanza conteneva un enzima potenzialmente fibrinolitico: la nattochinasi (NK). Da allora una notevole mole di lavoro scientifico è stato consacrato allo studio di questo enzima (4-6), protagonista del nostro integratore alimentare.
Consigliamo l'assunzione di 2-4 capsule al giorno o come indicato dal proprio terapeuta.
Ogni capsula contiene 50 mg di nattochinasi, che corrispondono a 650 FU (unità di scomposizione della fibrina). Gli studi indicano che la nattochinasi può essere assorbita dall'intestino se somministrata per via orale, in particolare mediante capsule molli (softgel).
Il consumo tradizionale del natto e i numerosi test clinici condotti negli ultimi trent'anni tendono a dimostrare l’innocuità della nattochinasi, anche sotto forma di integratore alimentare (7). Tuttavia, se ne sconsiglia l'utilizzo alle persone colpite da ulcera peptica o disordini della coagulazione, alle persone con una storia di ictus, a coloro che assumono un trattamento anticoagulante e alle persone che devono subire o che hanno subito un intervento chirurgico. La nattochinasi agirebbe come un anticoagulante e potrebbe quindi aggravare i problemi di coagulazione.
Durante l'integrazione, si consiglia di osservare le seguenti misure per ridurre il rischio di trombosi e/o aterosclerosi: